La diga di gomma dal dentista:
di cosa stiamo parlando?
L’odontoiatria ha raggiunto livelli e potenzialità un tempo impensabili. I trattamenti che gli odontoiatri possono proporre ai pazienti sono estremamente avanzati e la possibilità di riabilitare funzionalità ed estetica sono ampissime, dalla protesi alla conservativa all’implantologia. Questa grande evoluzione ha però un prezzo: i trattamenti sono diventati sempre più complessi e delicati da effettuare e i protocolli terapeutici devono sottostare a regole precise per poter garantire successo a lungo termine. Alla base dei trattamenti di cui sopra, c’è la “misteriosa” diga di gomma. Molti pazienti non ne conoscono neppure l’esistenza! La causa di ciò sta nel fatto che la maggior parte degli odontoiatri non la utilizza.
Quotidianamente vediamo nuovi pazienti che si rivolgono a noi per curarsi e ci chiedono: “Cos’è quel foglio di gomma? E’ uno strumento nuovo? Il mio dentista non l’ha mai usato. Perché voi sì?”. Ebbene, la diga di gomma è stata introdotta in odontoiatria il 15 marzo 1864 dal dott. Sanford Christie Barnum, medico di New York, che durante un intervento, allo scopo di isolare dalla saliva il dente che stava trattando, utilizzò – adattandola – la tovaglietta normalmente usata per proteggere il paziente durante le sedute. Nel ventennio successivo, vari strumenti e pinze furono ideati e perfezionati (tra gli altri, dai dottori Palmer, Strokes ed Elliot) per facilitare l’applicazione della diga attorno ai singoli denti interessati dalle terapie. Nel 2014 la diga ha compiuto 150 anni.